Il Santuario di Santa Maria del Soccorso

 

SANTA MARIA DEL SOCCORSO
Foto di www.castelfranci.com

Le origini della celebrazione in onore di Santa Maria del Soccorso si perdono nella notte dei tempi. La sua storia è

legata a un’antica legenda popolare: in una notte d’estate la Vergine comparve nel sogno di una poverella chiedendole di recarsi l’indomani dal parroco affinché edificasse la sua cappella nel luogo conosciuto come l’Ortora. Il mattino seguente la donna si recò dal parroco e da costui venne schernita. La Vergine ritornò in sogno alla donna confidandole che avrebbe fatto cadere nel posto indicato tanta neve quanta ne sarebbe bastata per definire il perimetro della cappella. Il giorno dopo, la prima domenica di agosto, dinanzi agli occhi esterrefatti dei popolani e dell’incredulo prete, nel posto dove oggi sorge la chiesa, scolpito nella neve il perimetro di una cappella.

Da allora, la prima domenica di agosto a Castelfranci si celebra la festa di Santa Maria del Soccorso. La forte devozione è legata ai miracoli che la popolazione le ha attribuito nel corso delle pestilenze del 1600, dove Castelfranci registrò pochissimi casi di deceduti per la peste, lo stesso per le alluvioni che si sono presentate nel corso degli anni a Castelfranci; ed è in virtù delle opere miracolose che la stessa Chiesa divenne nel 1909 Santuario.

In origine, la bolla papale di Leone XII del 7 agosto 1826 ha autorizzato la prima incoronazione aurea della Vergine Santa Maria del Soccorso. Dal 1826 ci saranno complessivamente tre solenni incoronazioni che rappresentano i prodigi e le opere miracolose che vengono attribuiti a Santa Maria. La cerimonia di apertura del 1826 ricopre una notevole importanza in quanto dinnanzi alla Chiesa fu stipulato un atto pubblico dal notaio reale del tempo. La seconda incoronazione avvenne il 4 agosto 1839 e la terza il primo agosto 1841 ed è stata l’unica volta in cui i festeggiamenti non si sono celebrati nella prima domenica di agosto.

Il Santuario presenta una struttura semplice in muratura, con tre caratteristici porticati centrali di architettura barocca. In un secondo momento è stato costruito il campanile che ricorda vagamente lo stile romano, caratterizzato da finestre monofore su ciascun lato.

Sulla parete più esterna del campanile vi è un basso rilevo che raffigura una persona con il suo cane, divenuti protagonisti di un’altra leggenda che racconta di un incidente avvenuto durante la costruzione del campanile, in cui uno dei muratori con il suo cane caddero dall’impalcatura ma rimasero miracolosamente illesi. In ricordo di questo avvenimento, lo stesso è stato raffigurato con un bassorilievo all’altezza del campanile dove è avvenuta la caduta.

La Chiesa ha una planimetria a forma di croce latina con una lunga e imponente navata centrale fiancheggiata da due navate laterali che si uniscono sul fondo della Chiesa. Laddove le navate si intersecano (c.d. capocroce) c’è il presbiterio, luogo di raccoglimento e di preghiera che precedono le funzioni ecclesiastiche.

Dalla navata destra si scorge il matroneo centrale, storico pulpito riservato alle donne, da cui il nome “matroneo” e dall’entrata principale, alzando lo sguardo in alto è possibile vedere e sentire durante le celebrazioni eucaristiche l’organo polifonico, costruito intorno al 1870 fortemente voluto da una famiglia di Castelfranci. All’interno del Santuario vi sono diversi dipinti che risalgono al XVIII secolo come l’effige Miracolosa che raffigura la Madonna del Soccorso, il dipinto di San Rocco in cornu epistole e il dipinto di San Sebastiano in cornu evangeli.

Infine, la regina del Santuario, la perla della Chiesa di Santa Maria del Soccorso è proprio la statua che la raffigura. Quest’ultima probabilmente appartiene alla metà dell’ottocento: una struttura in legno che ricorda nei tratti e nelle fattezze la scuola presepiale Napoletana dei primi dell’ottocento. La statua è l’immagine del bene che trionfa sul male con la Madonna che tiene in braccio il Bambin Gesù, e schiaccia con il piede il simbolo del male interamente costruiti con legno policromo e il dettaglio degli occhi con la tecnica del vetrino dipinto. Infine, l’abito Mariano è di seta bianca in broccato e il mantello è trapuntato raffigurante un cielo stellato, e gli stessi abiti sono indossati dal Bambin Gesù.